Accogliti sempre per quello che sei nel momento in cui vivi il tuo tempo.
Pierfranco Bruni
Pierfranco Bruni
Una volta c’era una rosa, anzi c’erano tre rose. Forse erano proprio tre.
L’alba aveva smesso di essere ombra di luce.
Nel giardino i girasoli aspettavano. La palma si era affidata al vento. I ricordi si erano affacciati sul davanzale della finestra dei mercati.
Io ormai contemplavo le sette stanze del castello e giocavo a cercare il silenzio più vero, quello più profondo, quello più inquietante.
L’alba aveva smesso di essere ombra di luce.
Nel giardino i girasoli aspettavano. La palma si era affidata al vento. I ricordi si erano affacciati sul davanzale della finestra dei mercati.
Io ormai contemplavo le sette stanze del castello e giocavo a cercare il silenzio più vero, quello più profondo, quello più inquietante.
Venne a trovarmi una zingara.
Aveva gli occhi neri, grandi, e lo sguardo dentro il mio sguardo. Mi prese la mano del cuore e recitò una preghiera. “Oh Dio, Dio delle distanze ti affido le linee del viaggio e gli orizzonti della ricerca. Prendi nel tuo abbraccio tutte le possibili memorie e lascia ogni parola ubbidiente nel cuore di questo viandante”. La zingara poi scomparve. Come nelle magie. |
E fu una magia tutto il resto perché venne a trovarmi una maga.
Mi trovai accanto questa donna con gli occhi verdi, più verdi delle foglie di primavera nei campi dell’erba.
Catturò un attimo della malinconia e cantò.
“Se la passione è un furore
fai di questo furore l’energia dell’essenza
e ogni vuoto colmalo di sorriso
nel tempo che sarà.
Viviti come se fosse il primo vissuto”.
La maga poi scomparve.
In un gioco di attimi svanì e svanirono le albe.
Venne il giorno con le ombre più rare e i rimpianti si fecero sabbia e le nostalgie si fecero acqua e il cerchio divenne sempre più piccolo.
Ah il cerchio che è dentro il nostro cuore.
Mi trovai accanto questa donna con gli occhi verdi, più verdi delle foglie di primavera nei campi dell’erba.
Catturò un attimo della malinconia e cantò.
“Se la passione è un furore
fai di questo furore l’energia dell’essenza
e ogni vuoto colmalo di sorriso
nel tempo che sarà.
Viviti come se fosse il primo vissuto”.
La maga poi scomparve.
In un gioco di attimi svanì e svanirono le albe.
Venne il giorno con le ombre più rare e i rimpianti si fecero sabbia e le nostalgie si fecero acqua e il cerchio divenne sempre più piccolo.
Ah il cerchio che è dentro il nostro cuore.
Apparve una strega.
Aveva negli occhi l’azzurro dei mari impenetrabili. Sembrava venisse da una paese chiamato Alchimia. Raccolse soltanto un mio respiro e mi dedicò dei versi di una poesia molto lunga. La strega però mi disse l’essenziale. “Quando non avrai più la forza di un sorriso non rivolgerti al lamento ma chiedi alla tua anima di essere paziente… Quando credi che ti mancheranno i passi per andare oltre ciò che sei stato non rivolgerti al rimpianto. Viviti con il tempo che hai e fai del tempo il solo tuo tempo e non chiedere altro. Anche se ti proporranno di essere eterno nulla ti dovrà spingere oltre. Accogliti sempre per quello che sei nel momento in cui vivi il tuo tempo. Non chiederti cosa sarebbe potuto accadere. Non chiederti che cosa sarà. Non chiederti perché. Resta soltanto ad ascoltarti nell’età che ti è data vivere nel calendario della tua vita”. |
E così in una sola passeggiata, tra l’alba e il giorno, ho incontrato la zingara, la maga e la strega.
Cosa li ha spinti a raggiungermi e a parlare?
Non mi domanderò ciò.
Io sono l’ascolto e non potrò mai avere una risposta.
Perché dovrei averla?
Rimango però nell’attesa di poter catturare in una mano il vento…
Non so se mai ci riuscirò…
Sono convinto che il vento conosce. Il vento è il vero viaggiatore che sa dei pensieri il tutto e sa anche il vuoto.
Se dovessi catturarlo verrei a conoscenza…
Ma così non avrebbe senso il mistero e neppure il segreto…
Il mistero resterà sempre mistero ed è il misterioso che rende incantevole il viaggio… Mentre il segreto è soltanto una parte del mistero e può essere sempre rivelato…
La strega vive di mistero.
E la zingara e la maga? Forse un altro giorno scoprirò…
Le tre rose fiorite hanno il profumo dell’estate, della primavera e dell’autunno che cede all’inverno.
La prima la affiderò alla zingara.
La seconda alla maga.
La terza alla strega.
Forse c’erano una volta le tre rose e forse c’erano anche la zingara, la maga e la strega…
Caddero tre lune lungo il mio viaggio…
La prima la consegnai al padrone del castello che cercava nelle sette stanze il silenzio…
La seconda alla strega che seppe legare la magia al mistero…
La terza la tenni per me.
La regalerò ai giorni che mancheranno per portarmi oltre ogni orizzonte…
Tutto può finire ma tutto può anche vivere nel sogno…
Cosa li ha spinti a raggiungermi e a parlare?
Non mi domanderò ciò.
Io sono l’ascolto e non potrò mai avere una risposta.
Perché dovrei averla?
Rimango però nell’attesa di poter catturare in una mano il vento…
Non so se mai ci riuscirò…
Sono convinto che il vento conosce. Il vento è il vero viaggiatore che sa dei pensieri il tutto e sa anche il vuoto.
Se dovessi catturarlo verrei a conoscenza…
Ma così non avrebbe senso il mistero e neppure il segreto…
Il mistero resterà sempre mistero ed è il misterioso che rende incantevole il viaggio… Mentre il segreto è soltanto una parte del mistero e può essere sempre rivelato…
La strega vive di mistero.
E la zingara e la maga? Forse un altro giorno scoprirò…
Le tre rose fiorite hanno il profumo dell’estate, della primavera e dell’autunno che cede all’inverno.
La prima la affiderò alla zingara.
La seconda alla maga.
La terza alla strega.
Forse c’erano una volta le tre rose e forse c’erano anche la zingara, la maga e la strega…
Caddero tre lune lungo il mio viaggio…
La prima la consegnai al padrone del castello che cercava nelle sette stanze il silenzio…
La seconda alla strega che seppe legare la magia al mistero…
La terza la tenni per me.
La regalerò ai giorni che mancheranno per portarmi oltre ogni orizzonte…
Tutto può finire ma tutto può anche vivere nel sogno…