"Pierfranco Bruni continua a cercare tra le pieghe del tempo, si intrattiene con i mercanti arabi e ne ascolta la voce. Lancia dadi e racconta la magia del Mediterraneo perché ne conosce il vero segreto: l'incontro. Percorsi tra la sabbia e la pietra, partenze e ritorni, dove l'altro non è nemico ma "Aki", fratello nella storia. Scambia il grano del suo Sud con olio profumato di nardo, quello che un giorno Maria Maddalena versò sui piedi del Nazareno, cogliendo la sua verità di passaggio per la Galilea." (Gerardo Picardo)
Antonietta Cozza nella Postfazione al libro ha evidenziato "C’è una storia in questo versificare che s’inanella in cerchi concentrici sempre più sottili e impalabili fino a diventare diafani e pressoché invisibili. E’ la storia di Asmà e Shadi, edito da Pellegrini, che inseguono e seguono i loro sogni fatti di parole attraverso il viaggio della vita, del cuore, dell’anima".
Ha, inoltre, sottolineato: “I versi di Asmà e Shadi hanno in sé l’ondivago delle onde, dell’alta e della bassa marea insieme, sono un’eco che risuona e risuona e ancora risuona, sono un dialogo a due voci in cui si sente, come in una sorta di straordinaria nenia di sottofondo, un alitare costante di malinconia, un fruscio strisciante ma tenace di lacerazione che rende il verso tremendamente bello e “bellissimamente” tremendo in un perenne, ineludibile ossimoro che dura, inevitabile, fino alla fine" Bruni, con questo, libro non rompe con la “metodologia” della cultura occidentale. Piuttosto cerca di realizzare una armonicità tra le danze orientali e i “movimenti” dei corpi nei balli sud-americani. L’Occidente, per Bruni, resta memoria, mentre il viaggio e destino è Oriente. Così ancora ha evidenziato Antonietta Cozza: “Il dialogo a due voci allora si fa sincopato e rotto, epidittico. I cerchi concentrici sono sempre più piccoli, claustrofobici, soffocanti". |
Se le parole sono un limite l’amore è destino nel Cantico che sigilla “Asmà e Shadi” di Pierfranco Bruni
di Maria Milvia Morciano* Fonte: Positano News “Le parole sono un limite”. Così in “Asmà e Shadi”, (Pellegrini editore), uno dei versi. Come si può raccontare un amore se “le parole sono un limite”? Con le immagini. Pierfranco Bruni raccoglie la sapienza della tradizione poetica più antica e costruisce un poema in versi che si dispiega per immagini. Come nel “Cantico dei Cantici” la costruzione è dialogica e scorre per figurazioni ben visibili al nostro immaginario, con presenze, suoni ed elementi che anche nella nostra realtà urbana e occidentale non sono stati dimenticati, anzi fanno parte di ogni uomo, che sia del sud o del nord, di oriente od occidente. Aurore e tramonti, vento, nuvole, mare e deserti. Le parole più belle e gli oggetti più incantatori quali sono i regali della terra e del mare, le conchiglie e i fiori, creano la trama dei versi la cui musicalità è sempre sommessa e malinconica. L’amore non è solida gioia ubriaca ma è un lampo sovrannaturale, mutevole, che rende insicuri di perdere quel momento così perfetto. Questa è la corda sottesa al tema dell’amore. Nel “Cantico dei Cantici” l’amore umano è confrontato con ciò che pone termine alla vita umana, a quanto esiste di più crudele nella vita degli uomini: l’amore è forte come la morte e la passione è tenace come il regno dei morti. Ma l’amore è la fiamma di Dio (8,6), è il sigillo che vince le tenebre. I versi di “Asmà e Shadi” iniziano brevi e veloci. Frasi musicali piene di luce e di gioia per l’amore che sta nascendo e si sta cercando. Man mano che si scorrono i versi questi diventano più densi e lunghi: per raccontare la fine occorrono parole, spiegazioni. Il dolore si diffonde come il lamento dell’amato dietro la porta chiusa. E infine il silenzio, perché non vi è risposta. Chiudono i versi di due poeti, gli stessi che aprono il libro, Nazhim Kalim Dakota Abshu e Manuz Zarateo, il primo tunisino e il secondo turco, poeti scoperti e curati da Pierfranco Bruni che accompagnano e fanno da contrappunto ad Asmà e Shadi in un unico grande dialogo la cui lingua è unica e universale. Perché non ci sono confini quando si raccontano le immagini dell’amore e del destino. Maria Milvia Morciano *Archeologa e collaboratrice Libreria Editrice Vaticana |