Attività commerciali e nuovi soggetti
economici in una realtà storica del Sud: San Lorenzo del Vallo dove le famiglie
fanno una comunità
di Micol Bruni
di Micol Bruni
L’economia del Sud, l’economia delle comunità meridionali e in particolare calabresi, l’economia nel rapporto tra commercio e realtà agricola- contadina non può e non deve leggersi attraverso la tanto acclamata “lotte delle terre”.
In Calabria e in paesi come San Lorenzo del Vallo la Riforma agraria ha avuto “consenso” e non senso economico in una prospettiva di sviluppo articolato. Le lotte chiamate contadine hanno portato una bassissima sopravvivenza economica, ma non una gestione dell’equilibrio all’interno delle famiglie. Persino il “movimento” che ha portato a tali “lotte” sarebbe da rileggere in un contesto meno provato da una ideologia imperante da una pochezza anche storica considerata la brevità cronologica dei fatti.
San Lorenzo venne salvato, dal punto di vista dell’economia dei “mercati” dal commercio e in modo particolare tra una triangolarizzazione che segna una parentale e una lungo cammino di attività commerciali.
Il commercio, invece, è stata la prima nuova attività di una economia avanzata che ha portato all’apertura di altri esercizi commerciali. Il commercio dei Bruni, quello ereditato successivamente da Adolfo e da Virgilio Italo, che, comunque vanta decenni di attività come le prime “cantine” che sono state, anche durante la Seconda Guerra Mondiale, modelli di scambi e di contatti commerciali tra i diversi prodotti di aree geografiche viciniore, e l’attività importante dei Pignataro.
D’altronde Elisabetta Bruni, figlia di Adolfo e Maria Giuseppa Fortunato, nata il 7 febbraio del 1886 e morta il 21 novembre del 1952, e zia dei cinque fratelli Adolfo, Mariano, Virgilio Italo, Gino e Pietro, va in sposa a Gaetano Pignataro nato il 20 maggio del 1879 e morto il 13 maggio del 1943.
Avviene un intreccio di famiglie dedite sostanzialmente ad una economia che è di sviluppo commerciale. I Fortunato come nucleo centrale nel 1878, i Bruni con i Tabacchi e Sali nel 1882 con la costante continuità di un esercizio di cantine vinicole e i Pignataro, esercizio commerciale storico e importante, imparentati ai Bruni come lo erano i Fortunato.
È il commercio la vera nuova strada di una comunità come San Lorenzo del Vallo.
C’è una fase in cui, ma siamo ad anni piuttosto più avanti rispetto, a quelli menzionati, Bruni Virgilio gestiva due esercizi commerciali, la vendita di prodotti vinicoli e la gestione del gas. Siamo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Le “occupazioni” delle terre più consistenti risalgono al 1949 ma che non risolvono la questione relativa ad una politica agraria di (o in) espansione. Il commercio, invece, sì. Anche perché le “lotte” delle terre assumono sempre uno sfondo prettamente politico e alcuni di questi gruppi erano capeggiati addirittura da persone che negli anni Trenta avevano addirittura la tessera fascista, come ben risulta da documenti in mio possesso, e che diventano comunisti subito dopo.
I due esercizi commerciali hanno, comunque uno spazio breve. La sede centrale sarà sita in Via Carmelitani, ma Bruni sarà costretto a chiudere l’altro esercizio.
Il dato fondamentale, comunque, è che la vera anima del mestiere dei Bruni resta il commercio. A questo commercio si deve anche, non solo agli esercizi dei Bruni e dei Pignataro ma anche ad altri pochi riferimenti, la trasformazione del paese.
Il commercio ebbe un ruolo notevole dal punto di vista produttivo, quello delle terre, invece, non ebbe quella incisività che aveva la presunzione di ottenere.
Resta vero che la storia di un paese è fatta dalla storia delle famiglie.
In un processo di modelli aristocratici borghesi o popolani chi è riuscito a puntare ad una economia di commerci ha saputo leggere tra le pieghe di un’economia di mercato che stava mutando il destino della Calabria e del Sud.
L’intreccio tra famiglie ha trasformato anche il destino di uno sviluppo comunitario del paese e del territorio.
Uno dei commerci a mo’ di Emporio moderno, sulla scorta di una lunga tradizione di famiglia che partiva dalla fine del 1800, vedeva la luce nel 1950, ben preparato già un anno prima. Un anno prima moriva improvvisamente Giulia Gaudinieri, la nobile bisnonna stemmata con l’aquila e la rosa nel becco. Nel 1960 Bruni Virgilio dava vita ad un nuovo e ampio esercizio commerciale che chiuderà per una questione di gestione. Nel 1949 le “lotte” contadine.
Si pensi che nel 1961 la residenza di San Lorenzo era di 2180 abitanti. Dieci anni dopo era di 2622, la cui presenza registrata ammontava a 2481 abitanti.
Il bisnonno Alfredo morirà nel 1979. La bisnonna era morta trent’anni prima.
La vera economia, in realtà, nasceva dall’incontro di una nuova aristocrazia, ovvero di una nuova borghesia che ha lasciato inevitabilmente il segno in un processo che ha posto al centro il dialogo tra commercio e attività produttive.
In Calabria e in paesi come San Lorenzo del Vallo la Riforma agraria ha avuto “consenso” e non senso economico in una prospettiva di sviluppo articolato. Le lotte chiamate contadine hanno portato una bassissima sopravvivenza economica, ma non una gestione dell’equilibrio all’interno delle famiglie. Persino il “movimento” che ha portato a tali “lotte” sarebbe da rileggere in un contesto meno provato da una ideologia imperante da una pochezza anche storica considerata la brevità cronologica dei fatti.
San Lorenzo venne salvato, dal punto di vista dell’economia dei “mercati” dal commercio e in modo particolare tra una triangolarizzazione che segna una parentale e una lungo cammino di attività commerciali.
Il commercio, invece, è stata la prima nuova attività di una economia avanzata che ha portato all’apertura di altri esercizi commerciali. Il commercio dei Bruni, quello ereditato successivamente da Adolfo e da Virgilio Italo, che, comunque vanta decenni di attività come le prime “cantine” che sono state, anche durante la Seconda Guerra Mondiale, modelli di scambi e di contatti commerciali tra i diversi prodotti di aree geografiche viciniore, e l’attività importante dei Pignataro.
D’altronde Elisabetta Bruni, figlia di Adolfo e Maria Giuseppa Fortunato, nata il 7 febbraio del 1886 e morta il 21 novembre del 1952, e zia dei cinque fratelli Adolfo, Mariano, Virgilio Italo, Gino e Pietro, va in sposa a Gaetano Pignataro nato il 20 maggio del 1879 e morto il 13 maggio del 1943.
Avviene un intreccio di famiglie dedite sostanzialmente ad una economia che è di sviluppo commerciale. I Fortunato come nucleo centrale nel 1878, i Bruni con i Tabacchi e Sali nel 1882 con la costante continuità di un esercizio di cantine vinicole e i Pignataro, esercizio commerciale storico e importante, imparentati ai Bruni come lo erano i Fortunato.
È il commercio la vera nuova strada di una comunità come San Lorenzo del Vallo.
C’è una fase in cui, ma siamo ad anni piuttosto più avanti rispetto, a quelli menzionati, Bruni Virgilio gestiva due esercizi commerciali, la vendita di prodotti vinicoli e la gestione del gas. Siamo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Le “occupazioni” delle terre più consistenti risalgono al 1949 ma che non risolvono la questione relativa ad una politica agraria di (o in) espansione. Il commercio, invece, sì. Anche perché le “lotte” delle terre assumono sempre uno sfondo prettamente politico e alcuni di questi gruppi erano capeggiati addirittura da persone che negli anni Trenta avevano addirittura la tessera fascista, come ben risulta da documenti in mio possesso, e che diventano comunisti subito dopo.
I due esercizi commerciali hanno, comunque uno spazio breve. La sede centrale sarà sita in Via Carmelitani, ma Bruni sarà costretto a chiudere l’altro esercizio.
Il dato fondamentale, comunque, è che la vera anima del mestiere dei Bruni resta il commercio. A questo commercio si deve anche, non solo agli esercizi dei Bruni e dei Pignataro ma anche ad altri pochi riferimenti, la trasformazione del paese.
Il commercio ebbe un ruolo notevole dal punto di vista produttivo, quello delle terre, invece, non ebbe quella incisività che aveva la presunzione di ottenere.
Resta vero che la storia di un paese è fatta dalla storia delle famiglie.
In un processo di modelli aristocratici borghesi o popolani chi è riuscito a puntare ad una economia di commerci ha saputo leggere tra le pieghe di un’economia di mercato che stava mutando il destino della Calabria e del Sud.
L’intreccio tra famiglie ha trasformato anche il destino di uno sviluppo comunitario del paese e del territorio.
Uno dei commerci a mo’ di Emporio moderno, sulla scorta di una lunga tradizione di famiglia che partiva dalla fine del 1800, vedeva la luce nel 1950, ben preparato già un anno prima. Un anno prima moriva improvvisamente Giulia Gaudinieri, la nobile bisnonna stemmata con l’aquila e la rosa nel becco. Nel 1960 Bruni Virgilio dava vita ad un nuovo e ampio esercizio commerciale che chiuderà per una questione di gestione. Nel 1949 le “lotte” contadine.
Si pensi che nel 1961 la residenza di San Lorenzo era di 2180 abitanti. Dieci anni dopo era di 2622, la cui presenza registrata ammontava a 2481 abitanti.
Il bisnonno Alfredo morirà nel 1979. La bisnonna era morta trent’anni prima.
La vera economia, in realtà, nasceva dall’incontro di una nuova aristocrazia, ovvero di una nuova borghesia che ha lasciato inevitabilmente il segno in un processo che ha posto al centro il dialogo tra commercio e attività produttive.