Il resto è sempre ciò che non conosciamo
di Pierfranco Bruni
di Pierfranco Bruni
Ho ascoltato la notte e la notte raccoglie i destini delle strade che dentro ci camminano.
Ho raccolto nell'ascolto il pianto della pioggia e la pioggia ha il colore del deserto quando precipita nel mare.
Ha l'odore del sale quando scava buche nelle dune del deserto.
Ho incontrato ancora una volta Sarashil. Mi ha fissato con i suoi occhi di magaria i miei occhi e mi ha sussurrato:
"Ma cosa è l'Oriente...
In questo viaggio indefinibile che porta dal deserto ai mari e i mari hanno voce che catturano il vento che sfiora il tempo del deserto e porta le parole dei silenzi...
Non chiederml cosa è l'Oriente... Non è possibile dire cosa è... Bisogna viverlo... viverlo fino nelle profondità e scardinare le memorie e i vissuti per leggere i silenzi e le parole anche quando le parole non hanno voce... ".
E poi...
Non conosco risposte a questo suo dire e non conosco altri silenzi se non i silenzi che coltivo nelle sere, quando all'imbrunire il giardino ha i tramonti intrecciati nei rossi e negli arancioni.
Cosa è l'Oriente perso tra gli orizzonti... Cosa sarà mai in questo viaggio viaggiato...
Sarashil: "C'era una volta un viandante che aveva attraversato i luoghi del pensiero e si era fermato ad abitare l'isola dell'Assenza. Era chiamata proprio così. Molti la conoscevano con un altro nome. Isola della Mancanza.
Il viandante che aveva posseduto i luoghi del pensiero si era impadronito involontariamente delle Assenze o delle Mancanze. Viveva le inquietudini.
Un bel giorno giunse sull'isola una donna chiamata Destino... e tutto divenne vento...
Il viandante si portò via il Pensiero e l'Assenza nel vento e la donna chiamata Destino si raccolse in una conchiglia e lì continua a vivere... ".
Perché Sarashil mi ha raccontato queste storie che storie non sono?
Io gioco con gli ascolti e le confusioni ma alla fine cosa resta?
Se dovessimo chiederci sempre cosa è la fine o cosa resta alla fine di tutto ci perderemmo tre le vie dell'impossibile...
C'era una volta...
Forse c'era una volta... ma Sarashil è una favola ed io mi perdo tra le rose non ancora colte...
Il resto è sempre ciò che non conosciamo... In fondo perché dovremmo conoscerlo?
Ho raccolto nell'ascolto il pianto della pioggia e la pioggia ha il colore del deserto quando precipita nel mare.
Ha l'odore del sale quando scava buche nelle dune del deserto.
Ho incontrato ancora una volta Sarashil. Mi ha fissato con i suoi occhi di magaria i miei occhi e mi ha sussurrato:
"Ma cosa è l'Oriente...
In questo viaggio indefinibile che porta dal deserto ai mari e i mari hanno voce che catturano il vento che sfiora il tempo del deserto e porta le parole dei silenzi...
Non chiederml cosa è l'Oriente... Non è possibile dire cosa è... Bisogna viverlo... viverlo fino nelle profondità e scardinare le memorie e i vissuti per leggere i silenzi e le parole anche quando le parole non hanno voce... ".
E poi...
Non conosco risposte a questo suo dire e non conosco altri silenzi se non i silenzi che coltivo nelle sere, quando all'imbrunire il giardino ha i tramonti intrecciati nei rossi e negli arancioni.
Cosa è l'Oriente perso tra gli orizzonti... Cosa sarà mai in questo viaggio viaggiato...
Sarashil: "C'era una volta un viandante che aveva attraversato i luoghi del pensiero e si era fermato ad abitare l'isola dell'Assenza. Era chiamata proprio così. Molti la conoscevano con un altro nome. Isola della Mancanza.
Il viandante che aveva posseduto i luoghi del pensiero si era impadronito involontariamente delle Assenze o delle Mancanze. Viveva le inquietudini.
Un bel giorno giunse sull'isola una donna chiamata Destino... e tutto divenne vento...
Il viandante si portò via il Pensiero e l'Assenza nel vento e la donna chiamata Destino si raccolse in una conchiglia e lì continua a vivere... ".
Perché Sarashil mi ha raccontato queste storie che storie non sono?
Io gioco con gli ascolti e le confusioni ma alla fine cosa resta?
Se dovessimo chiederci sempre cosa è la fine o cosa resta alla fine di tutto ci perderemmo tre le vie dell'impossibile...
C'era una volta...
Forse c'era una volta... ma Sarashil è una favola ed io mi perdo tra le rose non ancora colte...
Il resto è sempre ciò che non conosciamo... In fondo perché dovremmo conoscerlo?