La Prima Guerra Mondiale sull’Isonzo di Agostino Gaudinieri, da Tenente di Fanteria a Colonnello, più volte decorato per le sue azioni.
Un Italo – albanese di Calabria per la difesa dell’Italia
di Micol Bruni
Un Italo – albanese di Calabria per la difesa dell’Italia
di Micol Bruni
Nell’anno in cui si ricorda lo scoppio della Grande Guerra si rileggono i processi storici e con essi i personaggi, le personalità, le politiche militari, i militari stessi, gli uomini che si sono sacrificati in nome dell’identità nazionale per la difesa della Patria, l’esercito che ha combattuto ed ha difeso l’onore e la dignità di una Nazione.
Ma sono gli uomini, i militari, i volontari, la Bandiera che hanno rappresentato, in un coro risorgimentale, l’unità per la difesa della Patria.
L’esercito ha avuto un ruolo straordinario e imponente sul piano militare certamente ma anche valori identitari. Sono quei soldati che si sono immolati nel nome dell’Italia in una guerra che apriva un’età delle società alla modernità attraverso i valori di identità nazionale.
Anche il ruolo degli Italo – albanesi è stato fondamentale, come lo era stato negli anni dell’Unità d’Italia e di tutto il Risorgimento. Soprattutto la Prima Guerra Mondiale, dopo i fatti di Cirenaica e Tripolitania e i Governi Giolitti, ha segnato uno spartiacque tra l’epoca immediatamente post unitaria e la stagione che ha attraversato il difficile scontro tra una eredità completamente nazionale e il mondo austriaco, austro – ungarico e tedesco.
L’Italia senza il valoroso esempio e sacrificio dei militari avrebbe avuto serie difficoltà. E tra questi, appunto, hanno avuto una funzione particolare anche gli Italo – albanesi, che, discendenti di Scanderbeg, da militari hanno posto come riferimento l’Onore per la Bandiera.
Tra i soldati, militari ufficiali, ricorre spesso il nome di Agostino Gaudinieri. Il Gaudinieri, nato a Spezzano Albanese il 28 luglio del 1892, che arriverà a rivestire successivamente il ruolo di Colonnello, viene nominato con Regio decreto del 16 aprile del 1914 Sottotenente di complemento di Fanteria, la cui nomina viene pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” in data 18 maggio 1914, numero 117.
Mentre, due anni dopo, il Ministero della Guerra con Disposizione sugli Ufficiali in Servizio Permanente, sempre Arma di fanteria, adotta un provvedimento per la promozione a Tenente con Decreto Luotenenziale del 24 agosto 1916, Decreto che viene pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” de 14 settembre 1916, numero 217.
Più volte distintosi per le sue azioni e più volte ferito viene molte volte decorato.
In qualità di Sottotenente di complemento del suo Reggimento di fanteria venne decorato perché “ferito più volte mentre conduceva energicamente il suo plotone in soccorso di altri reparti, non si allontanava dal combattimento. Bosco Cappuccio, 20 luglio 1916”, così si legge negli Atti ufficiali(http://www.istitutonastroazzurro.org/). Precedente, dunque, alla nomina di Tenente.
In una ricostruzione sui decorati di guerra lo storico Ferdinando Cassiani, successivamente citato nello studio di Alessandro Serra, ebbe a scrivere: “…fra le insidie di Bosco Cappuccio, Agostino Gaudinieri, magnifica tempra di ufficiale, tre volte ferito, merita la medaglia d’argento al valore militare” (in Ferdinando Cassiani, “Spezzano Albanese nella tradizione e nella storia”, 1929 e poi ripreso da Alessandro Serra in “Spezzano Albanese nella vicende storiche sue e dell’Italia (1470 – 1945)” del 1987.
Agostino Gaudinieri ebbe una carriera brillante sino ad arrivare a colonnello dell’esercito ed ebbe un ruolo particolare sia durante il passaggio dalla Marcia su Roma alle Leggi Fasciste sia durante gli anni del Regime. Sempre al servizio dell’esercito fu un punto di riferimento nell’ambito dei rapporti tra la vita militare, l’attività del Regime e la Monarchia.
Era figlio di una nobile famiglia di Spezzano Albanese, ecco le sue origini Arbereshe (Italo – albanesi). La madre la nobile Amalia Guaglianone e il padre il nobile Mariano Gaudinieri, le cui discendenze risalgono alla nobiltà di Acri tra il tardo Rinascimento e l’età pre Illuminista. Aveva altre due sorelle: Giulia e Marietta e un fratello di nome Domenico.
Fu una personalità importante e imponente nella Calabria tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Visse, dopo i natali di Spezzano Albanese, a Cosenza con proprietà anche a Mendicino, in provincia di Cosenza.
La sua figura rientra nel quadro delle riproposte di quegli eroi di guerra che hanno combattuto portando alto il vessillo d’Italia. Infatti a Bosco Cappuccio, lungo il fiume Isonzo, si svolse una dura battaglia, che vide l’esercito italiano impegnato in prima fila a difendere il destino della Patria.
Agostino Gaudinieri fu un protagonista di quella “resistenza” in nome dell’Italia.
Ma sono gli uomini, i militari, i volontari, la Bandiera che hanno rappresentato, in un coro risorgimentale, l’unità per la difesa della Patria.
L’esercito ha avuto un ruolo straordinario e imponente sul piano militare certamente ma anche valori identitari. Sono quei soldati che si sono immolati nel nome dell’Italia in una guerra che apriva un’età delle società alla modernità attraverso i valori di identità nazionale.
Anche il ruolo degli Italo – albanesi è stato fondamentale, come lo era stato negli anni dell’Unità d’Italia e di tutto il Risorgimento. Soprattutto la Prima Guerra Mondiale, dopo i fatti di Cirenaica e Tripolitania e i Governi Giolitti, ha segnato uno spartiacque tra l’epoca immediatamente post unitaria e la stagione che ha attraversato il difficile scontro tra una eredità completamente nazionale e il mondo austriaco, austro – ungarico e tedesco.
L’Italia senza il valoroso esempio e sacrificio dei militari avrebbe avuto serie difficoltà. E tra questi, appunto, hanno avuto una funzione particolare anche gli Italo – albanesi, che, discendenti di Scanderbeg, da militari hanno posto come riferimento l’Onore per la Bandiera.
Tra i soldati, militari ufficiali, ricorre spesso il nome di Agostino Gaudinieri. Il Gaudinieri, nato a Spezzano Albanese il 28 luglio del 1892, che arriverà a rivestire successivamente il ruolo di Colonnello, viene nominato con Regio decreto del 16 aprile del 1914 Sottotenente di complemento di Fanteria, la cui nomina viene pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” in data 18 maggio 1914, numero 117.
Mentre, due anni dopo, il Ministero della Guerra con Disposizione sugli Ufficiali in Servizio Permanente, sempre Arma di fanteria, adotta un provvedimento per la promozione a Tenente con Decreto Luotenenziale del 24 agosto 1916, Decreto che viene pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” de 14 settembre 1916, numero 217.
Più volte distintosi per le sue azioni e più volte ferito viene molte volte decorato.
In qualità di Sottotenente di complemento del suo Reggimento di fanteria venne decorato perché “ferito più volte mentre conduceva energicamente il suo plotone in soccorso di altri reparti, non si allontanava dal combattimento. Bosco Cappuccio, 20 luglio 1916”, così si legge negli Atti ufficiali(http://www.istitutonastroazzurro.org/). Precedente, dunque, alla nomina di Tenente.
In una ricostruzione sui decorati di guerra lo storico Ferdinando Cassiani, successivamente citato nello studio di Alessandro Serra, ebbe a scrivere: “…fra le insidie di Bosco Cappuccio, Agostino Gaudinieri, magnifica tempra di ufficiale, tre volte ferito, merita la medaglia d’argento al valore militare” (in Ferdinando Cassiani, “Spezzano Albanese nella tradizione e nella storia”, 1929 e poi ripreso da Alessandro Serra in “Spezzano Albanese nella vicende storiche sue e dell’Italia (1470 – 1945)” del 1987.
Agostino Gaudinieri ebbe una carriera brillante sino ad arrivare a colonnello dell’esercito ed ebbe un ruolo particolare sia durante il passaggio dalla Marcia su Roma alle Leggi Fasciste sia durante gli anni del Regime. Sempre al servizio dell’esercito fu un punto di riferimento nell’ambito dei rapporti tra la vita militare, l’attività del Regime e la Monarchia.
Era figlio di una nobile famiglia di Spezzano Albanese, ecco le sue origini Arbereshe (Italo – albanesi). La madre la nobile Amalia Guaglianone e il padre il nobile Mariano Gaudinieri, le cui discendenze risalgono alla nobiltà di Acri tra il tardo Rinascimento e l’età pre Illuminista. Aveva altre due sorelle: Giulia e Marietta e un fratello di nome Domenico.
Fu una personalità importante e imponente nella Calabria tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Visse, dopo i natali di Spezzano Albanese, a Cosenza con proprietà anche a Mendicino, in provincia di Cosenza.
La sua figura rientra nel quadro delle riproposte di quegli eroi di guerra che hanno combattuto portando alto il vessillo d’Italia. Infatti a Bosco Cappuccio, lungo il fiume Isonzo, si svolse una dura battaglia, che vide l’esercito italiano impegnato in prima fila a difendere il destino della Patria.
Agostino Gaudinieri fu un protagonista di quella “resistenza” in nome dell’Italia.