Le attività produttive e la nobiltà stemmata in una Calabria dalle antiche dinastie:
Bruni - Gaudinieri
Nelle storie delle comunità, dei paesi, dei territori si intrecciano sempre generazioni che sono il portato di identità e di profonde eredità che danno il senso a un processo storico che definiscono la struttura stessa di un Paese.
Le famiglie hanno sempre rappresentato il nucleo centrale intorno al quale si è definita una geografia dell'esistenza, che ha posto al centro l'economia reale, l'economia indotta, l'economia tra sviluppo e ciò che è il depositato di una tradizione.
Ma c'è anche un altro aspetto, che è strettamente legato a questo appena sottolineato, che riguarda la presenza di un ceto di proprietari e borghesi, di aristocrazia non possidenti, di nobiltà e di nobiltà nella storia dei ceti decaduti, di nobiltà stemmata.
I paesi sono, in fondo, un intreccio di generazioni, di dinastie, di ceti.
In San Lorenzo del Vallo, Cosenza, queste realtà hanno creato un mosaico ben definito e distinto all'interno di una geo-politica della sistemazione o risistemazione di ciò che si chiamavano "classi".
La famiglia Bruni ha sempre rappresentato, intorno alla metà dell'Ottocento sino a Fascismo inoltrato e sino ancora a dopo la Ricostruzione, un riferimento non solo economico, ma anche di aperture in una economia avanzata, in una comunità con vocazioni fortemente agricole, che ha toccato modelli di commercio che hanno spinto alla visione moderna di una economia in transizione.
Dal monopolio dei tabacchi, il primo Tabacchino ha una storia età illuministica, alla gestione dei dazi (o del dazio), dalla "gestione" della corrispondenza, il cosiddetto modello avanzato di ciò che saranno le Poste e Telecomunicazioni ad una filiera di liquirizia.
D'altronde, nella famiglia Bruni il concetto di commercio e di economia applicata al commercio e il concetto fi impresa e di investimento venivano identificate sotto la dicitura di "Ditta".
Si trovano corrispondenze con la sottolineatura di "Ditta Bruni".
Alla visione di una economia che anticipava quelle che saranno definite, in tempi moderni, attività produttive si affiancava il possedimento di terreni che toccavano una geo triangolarizzazione del territorio. Una mappa che vedeva il paese diviso tra una economia prettamente agricola e uno sviluppo fortemente dovuto ad una idea di commercio esteso ad una politica di aziende pubbliche (dal Dazio alle Poste) ad una idea cera di imprenditoria.
Siamo certamente all'interno di un contesto economico - aziendale in una famiglia di possidenti terrieri che si affacciavano al nuovo modello delle imprese.
Alla famiglia Bruni Ermete Francesco, siamo dunque ad una fase successiva, si affianca la famiglia Gaudinieri di Spezzano Albanese, in quanto Ermete Francesco si sposa con Giulia Gaudinieri, figlia di Mariano Gaudinieri e di Amalia Guaglianone, ceppo nobiliare.
I Gaudinieri, presenti in Calabria, nella area geografica di Acri - Bisignano sin dall'età rinascimentale e barocca, sono una famiglia nobile e stemmata, il cui stemma è rappresentato da una aquila avente tra le labbra una rosa rossa.
Ad Acri il Palazzo Gaudinieri è una testimonianza significativa.
Giulia Gaudinieri nata nel 1889 e morta nel 1949, di Spezzano Albanese, della nobiltà stemmata, andava in sposa a Bruni Ermete Francesco, detto Alfredo, figlio di Adolfo Bruni e Maria Giuseppe Fortunato, nato nel 1884 e morto nel 1979, di famiglia benestante, di San Lorenzo del Vallo, con proprietà di terreni e dedita al commercio. A un commercio che ha aperto le vie ad una economia moderna dello sviluppo commerciale e imprenditoriale su tutto il territorio, le cui conseguenze positive si sono registrate fino alla nascita dei centri commerciali dell'epoca recente.
Dunque, i proprietari terrieri e commercianti e imprenditori della famiglia Bruni si imparentavano con la nobiltà dei Gaudinieri.
Da Ermete Francesco Bruni e Giulia Gaudinieri sono nati cinque figli, tutti maschi, Adolfo, Mariano, Virgilio italo, Luigi e Pietro. Il 2014 ricorre il centenario della nascita di Mariano.
Adolfo era nato il 1912, Mariano il 1914, Virgilio il 1920, Luigi il 1923, Pietro il 1926.
Due famiglie, tra San Lorenzo del Vallo e Spezzano Albanese, che hanno unito la coerenza nelle attività produttive, tra il commercio, l'impresa e la gestione della azienda pubblica, oltre alla professionalità, e la nobiltà stemmata con la ricchezza di consistenti patrimoni.
La discendenza dei Gaudinieri, provenienti in fasce generazionali tardo rinascimentali, poi presenti fortemente nel tardo Seicento e consolidata nella fase Settecento pre e post Risorgimento, da Acri resta ancora oggi un riferimento nella griglia delle nobiltà di Calabra, mentre i Bruni hanno avviato un nuovo modello produttivo di commercio espansivo legato ad una economia allargata al concetto di attività produttive.
Tra i due ceppi, comunque, insistono le famiglie dei Fortunato e dei Guaglianone. Ma questa, comunque, è un'altra storia. I Bruni e i Gaudinieri sono il legame tra il commercio, le attività produttive, la proprietà terriera e il prestigio borghese da una parte e la nobiltà, la ricchezza del casato e l'immenso patrimonio, tra terreni e palazzi, dall'altra. Una testimonianza forte in una Calabria vitale come ricchezza e nobiltà nel Regno delle Due Sicilie, Regno di Napoli e passaggio tra Fascismo e Repubblica.
Un testimone importante resta il colonnello dell'Esercito Agostino Gaudinieri, fratello di Giulia Gaudinieri, più volte decorato nella Prima Guerra Mondiale.
Bruni - Gaudinieri
Nelle storie delle comunità, dei paesi, dei territori si intrecciano sempre generazioni che sono il portato di identità e di profonde eredità che danno il senso a un processo storico che definiscono la struttura stessa di un Paese.
Le famiglie hanno sempre rappresentato il nucleo centrale intorno al quale si è definita una geografia dell'esistenza, che ha posto al centro l'economia reale, l'economia indotta, l'economia tra sviluppo e ciò che è il depositato di una tradizione.
Ma c'è anche un altro aspetto, che è strettamente legato a questo appena sottolineato, che riguarda la presenza di un ceto di proprietari e borghesi, di aristocrazia non possidenti, di nobiltà e di nobiltà nella storia dei ceti decaduti, di nobiltà stemmata.
I paesi sono, in fondo, un intreccio di generazioni, di dinastie, di ceti.
In San Lorenzo del Vallo, Cosenza, queste realtà hanno creato un mosaico ben definito e distinto all'interno di una geo-politica della sistemazione o risistemazione di ciò che si chiamavano "classi".
La famiglia Bruni ha sempre rappresentato, intorno alla metà dell'Ottocento sino a Fascismo inoltrato e sino ancora a dopo la Ricostruzione, un riferimento non solo economico, ma anche di aperture in una economia avanzata, in una comunità con vocazioni fortemente agricole, che ha toccato modelli di commercio che hanno spinto alla visione moderna di una economia in transizione.
Dal monopolio dei tabacchi, il primo Tabacchino ha una storia età illuministica, alla gestione dei dazi (o del dazio), dalla "gestione" della corrispondenza, il cosiddetto modello avanzato di ciò che saranno le Poste e Telecomunicazioni ad una filiera di liquirizia.
D'altronde, nella famiglia Bruni il concetto di commercio e di economia applicata al commercio e il concetto fi impresa e di investimento venivano identificate sotto la dicitura di "Ditta".
Si trovano corrispondenze con la sottolineatura di "Ditta Bruni".
Alla visione di una economia che anticipava quelle che saranno definite, in tempi moderni, attività produttive si affiancava il possedimento di terreni che toccavano una geo triangolarizzazione del territorio. Una mappa che vedeva il paese diviso tra una economia prettamente agricola e uno sviluppo fortemente dovuto ad una idea di commercio esteso ad una politica di aziende pubbliche (dal Dazio alle Poste) ad una idea cera di imprenditoria.
Siamo certamente all'interno di un contesto economico - aziendale in una famiglia di possidenti terrieri che si affacciavano al nuovo modello delle imprese.
Alla famiglia Bruni Ermete Francesco, siamo dunque ad una fase successiva, si affianca la famiglia Gaudinieri di Spezzano Albanese, in quanto Ermete Francesco si sposa con Giulia Gaudinieri, figlia di Mariano Gaudinieri e di Amalia Guaglianone, ceppo nobiliare.
I Gaudinieri, presenti in Calabria, nella area geografica di Acri - Bisignano sin dall'età rinascimentale e barocca, sono una famiglia nobile e stemmata, il cui stemma è rappresentato da una aquila avente tra le labbra una rosa rossa.
Ad Acri il Palazzo Gaudinieri è una testimonianza significativa.
Giulia Gaudinieri nata nel 1889 e morta nel 1949, di Spezzano Albanese, della nobiltà stemmata, andava in sposa a Bruni Ermete Francesco, detto Alfredo, figlio di Adolfo Bruni e Maria Giuseppe Fortunato, nato nel 1884 e morto nel 1979, di famiglia benestante, di San Lorenzo del Vallo, con proprietà di terreni e dedita al commercio. A un commercio che ha aperto le vie ad una economia moderna dello sviluppo commerciale e imprenditoriale su tutto il territorio, le cui conseguenze positive si sono registrate fino alla nascita dei centri commerciali dell'epoca recente.
Dunque, i proprietari terrieri e commercianti e imprenditori della famiglia Bruni si imparentavano con la nobiltà dei Gaudinieri.
Da Ermete Francesco Bruni e Giulia Gaudinieri sono nati cinque figli, tutti maschi, Adolfo, Mariano, Virgilio italo, Luigi e Pietro. Il 2014 ricorre il centenario della nascita di Mariano.
Adolfo era nato il 1912, Mariano il 1914, Virgilio il 1920, Luigi il 1923, Pietro il 1926.
Due famiglie, tra San Lorenzo del Vallo e Spezzano Albanese, che hanno unito la coerenza nelle attività produttive, tra il commercio, l'impresa e la gestione della azienda pubblica, oltre alla professionalità, e la nobiltà stemmata con la ricchezza di consistenti patrimoni.
La discendenza dei Gaudinieri, provenienti in fasce generazionali tardo rinascimentali, poi presenti fortemente nel tardo Seicento e consolidata nella fase Settecento pre e post Risorgimento, da Acri resta ancora oggi un riferimento nella griglia delle nobiltà di Calabra, mentre i Bruni hanno avviato un nuovo modello produttivo di commercio espansivo legato ad una economia allargata al concetto di attività produttive.
Tra i due ceppi, comunque, insistono le famiglie dei Fortunato e dei Guaglianone. Ma questa, comunque, è un'altra storia. I Bruni e i Gaudinieri sono il legame tra il commercio, le attività produttive, la proprietà terriera e il prestigio borghese da una parte e la nobiltà, la ricchezza del casato e l'immenso patrimonio, tra terreni e palazzi, dall'altra. Una testimonianza forte in una Calabria vitale come ricchezza e nobiltà nel Regno delle Due Sicilie, Regno di Napoli e passaggio tra Fascismo e Repubblica.
Un testimone importante resta il colonnello dell'Esercito Agostino Gaudinieri, fratello di Giulia Gaudinieri, più volte decorato nella Prima Guerra Mondiale.