L'uomo vestito di bianco ama il deserto
di Pierfranco Bruni
di Pierfranco Bruni
Si abita il deserto o il mare.
Si abitano i silenzi
e si intrecciano le solitudini.
Si cercano le parole e si trovano
i viaggi.
Sempre.
Io non smetto di giocare con lo sguardo di mia madre e la pazienza di mio padre.
Anche se racconto altro loro restano la mia guida.
Si viaggia per essere o per essere altro.
Siamo uomini mai di porto
e sempre di vento d'altura.
L'uomo vestito di bianco abita il deserto e di notte custodisce il buio tra le mani.
La donna dei diamanti e del foulard verde e sabbia osserva.
C'è diffidenza nelle sue attese ma ha negli occhi una luce d'Oriente.
A volte si cercano a volte fanno finta di dimenticarsi.
La donna ha pensieri distanti ma porta tra i capelli fili di sole.
Lui inventa destini e attraversa solitudini.
Lei ha un'ironia stanca e nei suoi sguardi ci sono partenze mentre canta i suoni delle malinconie.
Lui ascolta.
Lei sorride.
Ed io racconto. Ma ho fantasie nel mistero. Racconto! Senza raccontare.
Narro. Senza nulla narrare!
Si ritroveranno un giorno non più a trascrivere storie tradite ma vivendosi oltre i discorsi incompiuti.
Entrambi portano nel cuore un mare e una terra. Per continuare il viaggio. O per continuare a pensare che il viaggio abbia un senso.
I tramonti e le albe sono incroci. Mai intrecci.
Ragnatele di certezze tra le ombre.
Cosa succederà domani? Chiederlo è vano.
Non domandarselo è camminare con lentezza nella pazienza.
Forse un giorno tutto ciò accadrà.
O forse è già tutto accaduto.
Non saprò.
O farò finta di tutto.
La finzione è saper vivere con il sorriso.
L'uomo vestito di bianco abita il deserto.
Abitare. Abitarsi.
Abito. Abitato. Abiterò.
Domani andrò.
Nel mio giardino le orchidee
di mio padre e le rose di mia madre.
Abitano in me.
Nonostante le storie le fantasie i sogni il mistero. Sono sempre in me.
C'era una volta una regina che raccontava favole antiche... Passava il carretto che vendeva gelati e l'uomo che vendeva garrube...
Una vita due vite tante vite...
L'uomo vestito di bianco! La donna vestita di luna.
Si abitano i silenzi
e si intrecciano le solitudini.
Si cercano le parole e si trovano
i viaggi.
Sempre.
Io non smetto di giocare con lo sguardo di mia madre e la pazienza di mio padre.
Anche se racconto altro loro restano la mia guida.
Si viaggia per essere o per essere altro.
Siamo uomini mai di porto
e sempre di vento d'altura.
L'uomo vestito di bianco abita il deserto e di notte custodisce il buio tra le mani.
La donna dei diamanti e del foulard verde e sabbia osserva.
C'è diffidenza nelle sue attese ma ha negli occhi una luce d'Oriente.
A volte si cercano a volte fanno finta di dimenticarsi.
La donna ha pensieri distanti ma porta tra i capelli fili di sole.
Lui inventa destini e attraversa solitudini.
Lei ha un'ironia stanca e nei suoi sguardi ci sono partenze mentre canta i suoni delle malinconie.
Lui ascolta.
Lei sorride.
Ed io racconto. Ma ho fantasie nel mistero. Racconto! Senza raccontare.
Narro. Senza nulla narrare!
Si ritroveranno un giorno non più a trascrivere storie tradite ma vivendosi oltre i discorsi incompiuti.
Entrambi portano nel cuore un mare e una terra. Per continuare il viaggio. O per continuare a pensare che il viaggio abbia un senso.
I tramonti e le albe sono incroci. Mai intrecci.
Ragnatele di certezze tra le ombre.
Cosa succederà domani? Chiederlo è vano.
Non domandarselo è camminare con lentezza nella pazienza.
Forse un giorno tutto ciò accadrà.
O forse è già tutto accaduto.
Non saprò.
O farò finta di tutto.
La finzione è saper vivere con il sorriso.
L'uomo vestito di bianco abita il deserto.
Abitare. Abitarsi.
Abito. Abitato. Abiterò.
Domani andrò.
Nel mio giardino le orchidee
di mio padre e le rose di mia madre.
Abitano in me.
Nonostante le storie le fantasie i sogni il mistero. Sono sempre in me.
C'era una volta una regina che raccontava favole antiche... Passava il carretto che vendeva gelati e l'uomo che vendeva garrube...
Una vita due vite tante vite...
L'uomo vestito di bianco! La donna vestita di luna.