Un Colonnello con l’amore per Petrarca e Leopardi, artefice sull’Isonzo nella Grande Guerra: Agostino Gaudinieri
Tra i decorati, gli eroi, gli “artefici” che ebbero un ruolo militare nella Grande Guerra, di cui ricorre il centenario proprio quest’anno ma è dall’ anno prossimo, in Italia, che si svilupperanno dei processi che porteranno a dei confronti ma anche a delle letture inedite, ci furono degli uomini che svolsero un ruolo non solo in termini militari, ma anche culturali.
Tra i decorati, gli eroi, gli “artefici” che ebbero un ruolo militare nella Grande Guerra, di cui ricorre il centenario proprio quest’anno ma è dall’ anno prossimo, in Italia, che si svilupperanno dei processi che porteranno a dei confronti ma anche a delle letture inedite, ci furono degli uomini che svolsero un ruolo non solo in termini militari, ma anche culturali.
Oltre la loro preparazione riferita alla loro professionalità, tra alcuni militari la conoscenza della storia d’Italia ebbe una chiave di interpretazione ben precisa tanto da definire una storia che non può conoscere mai delle parentesi. Storia d’Italia che significa ,e ha significato, la storia di una cultura e la storia di una identità tra civiltà italiana e identità anche letteraria.
L’aspetto letterario ha aperto delle interpretazioni tra conoscenza e nuovi modelli di approfondimenti in varie discipline. Il caso del Colonnello Agostino Gaudinieri, il quale ha partecipato alla Prima Guerra Mondiale come Tenente ed è stato decorato per le sue azioni e ferito proprio sull’Isonzo. Ha fatto una brillante carriera nell’esercito sino ad arrivare al grado di Colonnello.
La sua preparazione e la sua formazione, chiaramente, erano basate su una forte cultura militare, ma conosceva benissimo il latino, il greco, il francese, oltre al tedesco e all’inglese. La sua scuola di pensiero pur basata su determinate visioni e inquadrata secondo una dimensione, in cui la centralità della storia militare era fondante. Non è mai mancato il legame tra l’aspetto, appunto, militare e lo sguardo letterario. Una letteratura che è soprattutto poesia, nel caso del Gaudinieri.
La letteratura scavata nella sua classicità. Agostino Gaudinieri era un attento conoscitore sia di Petrarca che di Leopardi e riusciva, nelle sue letture ma anche nei suoi dialoghi, a creare dei precisi collegamenti critici proprio sul filo, e intono ad una linea ben definita, che va da Petrarca, ovvero dal Trecento che significa l’innovazione lirica, a Leopardi, il continuatore ma anche il poeta della modernità.
L’aspetto letterario ha aperto delle interpretazioni tra conoscenza e nuovi modelli di approfondimenti in varie discipline. Il caso del Colonnello Agostino Gaudinieri, il quale ha partecipato alla Prima Guerra Mondiale come Tenente ed è stato decorato per le sue azioni e ferito proprio sull’Isonzo. Ha fatto una brillante carriera nell’esercito sino ad arrivare al grado di Colonnello.
La sua preparazione e la sua formazione, chiaramente, erano basate su una forte cultura militare, ma conosceva benissimo il latino, il greco, il francese, oltre al tedesco e all’inglese. La sua scuola di pensiero pur basata su determinate visioni e inquadrata secondo una dimensione, in cui la centralità della storia militare era fondante. Non è mai mancato il legame tra l’aspetto, appunto, militare e lo sguardo letterario. Una letteratura che è soprattutto poesia, nel caso del Gaudinieri.
La letteratura scavata nella sua classicità. Agostino Gaudinieri era un attento conoscitore sia di Petrarca che di Leopardi e riusciva, nelle sue letture ma anche nei suoi dialoghi, a creare dei precisi collegamenti critici proprio sul filo, e intono ad una linea ben definita, che va da Petrarca, ovvero dal Trecento che significa l’innovazione lirica, a Leopardi, il continuatore ma anche il poeta della modernità.
Le sue letture erano proprio queste. E oltre a ciò, lo si evince dai libri della sua biblioteca, era un attento bibliofilo e conoscitore delle edizioni rare. Perché Petrarca e Leopardi sono l’apertura “rivoluzionaria” versi stili e tradizioni innovanti. Perché, tra l’altro, nella sua biblioteca sono stati testi importanti e rari come un volume delle Rime di Petrarca con pagine introduttive proprio di Leopardi. Si tratta di una edizione risalente al 1868 e stampata a Napoli presso Gabriele Rondinella.
Testi, chiaramente, sulla storia militare e significativi volumi sulla storia d’Italia e sulla storia di Roma e sulla guerra e la sua storia che riporta al periodo Risorgimentale.
Agostino Gaudinieri è stato un interprete attento del legame tra storia e letteratura. Era convinto che la storia può essere capita e compresa grazie ad una lettura il cui legame è tutto stretto tra la classicità vera e propria, con autori, appunto, come Petrarca e Leopardi, che costituiscono l’unione in una classicità in cui la storia può avere un senso soltanto se la si riesce a legare all’identità nazionale.
Un buon militare che passa dal ruolo di Tenente a quello di Colonnello non può non incidere in quella formazione che è militare, ma anche linguistica. E Agostino Gaudinieri conosceva bene il rapporto tra storia dei territori e storia delle lingue essendo egli nato in una comunità Italo – albanese. Un Arbereshe che oltre al senso del dovere militare aveva il senso di una cittadinanza, che è sovranità in una comunità.
Il custodire la preziosità dei testi classici lo ha portato anche a diventare un punto di riferimento nella cultura di un Sud che ha visto il passaggio tra Monarchia borbonica a quella sabauda, dal Fascismo alla Repubblica. Custodiva testi preziosi e ogni testo portava inciso nel dorso A.G., ovvero Agostino Gaudinieri. Un dorso in cuoio o in pelle che serviva anche come custodia del testo stesso. Tutto questo è un atto di fede e di fedeltà alla cultura nazionale di un popolo. Perché un popolo non dimentica la civiltà di Roma e non dimentica la Patria di Petrarca e l’Italia di Leopardi.
Ho avuto modo di toccare con mano questi testi custoditi da Giulia Bruni Jacobini, il cui papà, Mariano, era nipote di Agostino Gaudinieri che era il fratello di Giulia Gaudinieri, mamma, appunto, di Mariano e, quindi, dei cinque fratelli: Adolfo, Mariano, Italo, Luigi, Pietro.
In una temperie così forte si è formato il mondo dei Gaudinieri - Guaglianone e Bruni, accanto a quello dei Blois, i quali erano, imparentati ai Guaglianone, rappresentavano un nucleo fondamentale tra nobiltà e borghesia, aristocrazia e latifondisti.
Sono passaggi di civiltà che, sostanzialmente, costituiscono il filtro di una tradizione che ha alla base il senso civico della convivenza tra gli uomini e tra i paesi, tra le famiglie e le eredità culturali e i legami di sangue.
Agostino Gaudinieri , che è stato uno dei protagonisti nella Grande Guerra, ha saputo ben coniugare l’arte militare con la classicità della cultura, di quella cultura che ha fatto l’identità di una Nazione.
La letteratura è un riferimento che resta nella coscienza degli uomini. In Agostino Gaudinieri è stato il tratto d’unione tra la storia e la poesia. Un militare con il piacere dei libri e con l’amore verso la vera lettura.
Testi, chiaramente, sulla storia militare e significativi volumi sulla storia d’Italia e sulla storia di Roma e sulla guerra e la sua storia che riporta al periodo Risorgimentale.
Agostino Gaudinieri è stato un interprete attento del legame tra storia e letteratura. Era convinto che la storia può essere capita e compresa grazie ad una lettura il cui legame è tutto stretto tra la classicità vera e propria, con autori, appunto, come Petrarca e Leopardi, che costituiscono l’unione in una classicità in cui la storia può avere un senso soltanto se la si riesce a legare all’identità nazionale.
Un buon militare che passa dal ruolo di Tenente a quello di Colonnello non può non incidere in quella formazione che è militare, ma anche linguistica. E Agostino Gaudinieri conosceva bene il rapporto tra storia dei territori e storia delle lingue essendo egli nato in una comunità Italo – albanese. Un Arbereshe che oltre al senso del dovere militare aveva il senso di una cittadinanza, che è sovranità in una comunità.
Il custodire la preziosità dei testi classici lo ha portato anche a diventare un punto di riferimento nella cultura di un Sud che ha visto il passaggio tra Monarchia borbonica a quella sabauda, dal Fascismo alla Repubblica. Custodiva testi preziosi e ogni testo portava inciso nel dorso A.G., ovvero Agostino Gaudinieri. Un dorso in cuoio o in pelle che serviva anche come custodia del testo stesso. Tutto questo è un atto di fede e di fedeltà alla cultura nazionale di un popolo. Perché un popolo non dimentica la civiltà di Roma e non dimentica la Patria di Petrarca e l’Italia di Leopardi.
Ho avuto modo di toccare con mano questi testi custoditi da Giulia Bruni Jacobini, il cui papà, Mariano, era nipote di Agostino Gaudinieri che era il fratello di Giulia Gaudinieri, mamma, appunto, di Mariano e, quindi, dei cinque fratelli: Adolfo, Mariano, Italo, Luigi, Pietro.
In una temperie così forte si è formato il mondo dei Gaudinieri - Guaglianone e Bruni, accanto a quello dei Blois, i quali erano, imparentati ai Guaglianone, rappresentavano un nucleo fondamentale tra nobiltà e borghesia, aristocrazia e latifondisti.
Sono passaggi di civiltà che, sostanzialmente, costituiscono il filtro di una tradizione che ha alla base il senso civico della convivenza tra gli uomini e tra i paesi, tra le famiglie e le eredità culturali e i legami di sangue.
Agostino Gaudinieri , che è stato uno dei protagonisti nella Grande Guerra, ha saputo ben coniugare l’arte militare con la classicità della cultura, di quella cultura che ha fatto l’identità di una Nazione.
La letteratura è un riferimento che resta nella coscienza degli uomini. In Agostino Gaudinieri è stato il tratto d’unione tra la storia e la poesia. Un militare con il piacere dei libri e con l’amore verso la vera lettura.