Luna Bianca: “Quando il sole sarà sceso sino
al tramonto non raccontare più silenzi. Riprendi la voce e fai cantare il vento sul mare. Così ascolterai i sogni del tempo. Non vedi che l’accampamento è vuoto. Le donne e i bambini si sono nascosti sotto la montagna. La paura avanza”. Tramonto sull’Orizzonte: “Non temere. Le stagioni sono nella mia amicizia e i giochi dell’infinito restano nel mistero. Nessuno ti farà del male. Devi però saper scegliere tra la solitudine e il silenzio e la disperazione e la tristezza. Sta in te”. Luna Bianca ascoltò le parole e poi intonò una recita: “Padre scioglimi le corde dei capelli e tracciami i solchi sulla guancia. Voglio vestire gli abiti dei guerrieri per combattere l’agonia del silenzio e la malinconia della disperazione. Scioglimi le mani. Voglio restare libera. Almeno per questa sera”. Tramonto sull’Orizzonte cantò: “Oblio, solo oblio. Io non combatterò. Ho perso tutte le guerre. E poi ho vinto il racconto delle guerre. Lasciamo almeno che il sogno dell’attesa si faccia destino. Non vedi che il fiume non smette di scorrere sangue. Ci vuole il coraggio del silenzio. Tutti hanno la parola come freccia. Ma tu resta con me. Ad accarezzare la notte che avanza. Senza nostalgie ma con lo sguardo nello sguardo. Lascia che qualche freccia giunga sino alle nostre tende. Noi siamo invulnerabili. Perché portiamo il mistero in noi”. Tramonto sull’Orizzonte si domandò: “Quante lune dovrò ancora raccontare prima che possa giungere la luce dell’orizzonte?”. Luna Bianca rispose: “Ascolta le onde del mare. Ti diranno che la luce dell’orizzonte è soltanto nei tuoi occhi. Non chiedere altro. Tutto ciò che hai non venderlo alla pioggia. Ma conservalo sino... a quando la notte non incontrerà l’alba e le parole si faranno silenzio”. Luna Bianca guardò Tramonto sull’Orizzonte e si incamminò verso il deserto. All’indomani la trovarono su uno scoglio di sabbia. Pregava una antica canzone indiana e la sua voce era portata dal vento. Luna Bianca disse ancora a Tramonto sull’Orizzonte: “Non dubitare mai. L’amore ha un suo senso se l’amore conosce certezza. Le nuvole sono nel capriccio del vento. Tu ama. Semplicemente ama”. E Tramonto sull’Orizzonte rispose: “Io ti cerco per sconfiggere non solo la mia solitudine ma per offrirti l’amore. Il resto è nella foresta. Non mi servono le asce. Fai in modo di restare nella mia tenda”. |
Tramonto sull’Orizzonte: “Non credere che
l’aurora sia sempre come chiarore che lacera il buio. Nell’aurora ci sono dettagli che bisogna leggere, capire, interpretare. E ci sono tristezze. Tante sono le tristezze che si intrecciano alle malinconie. Io ho vissuto una vita cercando di sconfiggere le nostalgie. Ma sono sempre il sale sulla ferita. Nostalgie. Ricordi? Io non vado più rincorrendo nostalgie. Nel gioco infinito delle parole che pesano tutto chiede il conto. Sono stanco. Sono veramente stanco. Il mio accampamento vive di solitudini e la mia tenda è in balìa del vento. Sono passati gli anni, gli amori, i viaggi. Non ho più frecce e la mia ascia non so lungo quale fiume resta seppellita”. Luna Bianca: “Da giorni ti sento con la voce sbattuta dalle maree. Hai perduto il sorriso. Non c’eri alla danza dell’altra notte. Il fuoco, le fiamme che cercavano la luna, le stelle nella corsa dell’Orsa Maggiore. Ma tu non c’eri. Hai raccontato storie lungo le pagine dei silenzi ed hai scritto misteri mai rivelando segreti. Tu sai e io so che i segreti sono un intrecciare di rughe. I segreti restano e le rughe scavano tra le piante della tua esistenza. Ci sono radici. Parole mai taciute e sempre perdute ma anche ritrovate. Non voglio vederti triste. Sei antico navigante, guerriero, danzatore intorno ai falò”. Tramonto sull’Orizzonte: “Parlo di tristezze ma non mi lascio aggredire. Sono stanco certamente. Non ho guerre da combattere e neppure fogli di carta da piegare tra le vele del tempo. Vorrei soltanto ascoltare il silenzio. Restare su uno scoglio di mare o di montagna. Ascoltare e osservare. Nel vuoto non c’è il vuoto. Ci sono lontananze. Le lontananze mi appartengono e non penso ai distacchi. Ho la voce impastata di maree e non credo però che le maree possano vincere. Se credo nel vento del deserto anche il vento del mare mi è amico”. Luna Bianca: “È difficile poter restare vicina alle tue parole. Sono pellegrinaggi. Le tue parole. Ma io cercherò di restarci dentro. E quando non mi sarà possibile sarò io parola. Resta con me. Non colorarti più il viso. I tuoi bracciali e le tue collane sono segni nell’attesa. So che vivi l’attesa e la solitudine. Ma io sono qui. Resto con te. Dentro di te. Non mi parlare con lo sguardo delle ombre. Parlami con gli occhi dell’aurora”. Che il dio del Sole sia con te |