Mia madre raccontava il silenzio della nobiltà e sotto il capo un lenzuolino di nonna Giulia e il profumo di cipria...
di Pierfranco Bruni
di Pierfranco Bruni
Ora il libro può portare la parola fine. Quante correzioni. Quante bozze abbiamo letto e rivisto. Micol con pazienza ha tagliato pagine e ricucito frasi intere. Ha legato capitoli oltre ad aver scritto i suoi capitoli.
Giulia, di zio Mariano e zia Maria, ha dato i suoi preziosi contributi di idee oltre a importanti suggerimenti e materiale fotografico.
Il libro "I CINQUE FRATELLI. Bruni Gaudinieri nella nobiltà di una famiglia" è concluso.
Il cerchio si è chiuso con la morte di mia madre, la quale è stata la mia bibliografia oltre ad essere la mia via maestra.
Con la sua scomparsa, la morte di mamma Maria, i cinque fratelli si sono ritrovati e insieme alle loro compagne ora ripercorrono un vissuto nell'attraversamento di un tempo che per noi figli è stato magico.
La magia delle nostre famiglie resta indelebile. Il bene e il rigore delle nostre famiglie è un inciso nella saggezza di un'epoca che ha visto due paesi legare due dinastie in un unico destino. Il destino di una nobiltà.
Mia madre non smetteva mai di raccontarmi il suo stretto legame con nonna Giulia Gaudinieri. Mi parlava dì lei per parlarmi di papà Italo Virgilio, ma anche per non dimenticare cosa sono stati zio Mariano e zia Maria per noi in una Cosenza che era riferimento geografico, ma era luogo di un abitare altro oltre il paese.
Cosenza l'ho sempre avvertita come la mia città. Ed era ed è la mia città di una memoria che non di spezza.
La nostra città. Mia sorella Giulia è lì che si è formata. Tra il Collegio dei Canossiani e casa di zio Mariano. Tempi che corrono sul filo delle sfide dei ricordi e di una memoria che si apre al vento della sera.
Mia madre non c'è più.
Non è un altro tassello che va via. Con lei si chiude una dinastia e lo spazio della memoria diventa infinito.
Giulia, di zio Mariano e zia Maria, ha dato i suoi preziosi contributi di idee oltre a importanti suggerimenti e materiale fotografico.
Il libro "I CINQUE FRATELLI. Bruni Gaudinieri nella nobiltà di una famiglia" è concluso.
Il cerchio si è chiuso con la morte di mia madre, la quale è stata la mia bibliografia oltre ad essere la mia via maestra.
Con la sua scomparsa, la morte di mamma Maria, i cinque fratelli si sono ritrovati e insieme alle loro compagne ora ripercorrono un vissuto nell'attraversamento di un tempo che per noi figli è stato magico.
La magia delle nostre famiglie resta indelebile. Il bene e il rigore delle nostre famiglie è un inciso nella saggezza di un'epoca che ha visto due paesi legare due dinastie in un unico destino. Il destino di una nobiltà.
Mia madre non smetteva mai di raccontarmi il suo stretto legame con nonna Giulia Gaudinieri. Mi parlava dì lei per parlarmi di papà Italo Virgilio, ma anche per non dimenticare cosa sono stati zio Mariano e zia Maria per noi in una Cosenza che era riferimento geografico, ma era luogo di un abitare altro oltre il paese.
Cosenza l'ho sempre avvertita come la mia città. Ed era ed è la mia città di una memoria che non di spezza.
La nostra città. Mia sorella Giulia è lì che si è formata. Tra il Collegio dei Canossiani e casa di zio Mariano. Tempi che corrono sul filo delle sfide dei ricordi e di una memoria che si apre al vento della sera.
Mia madre non c'è più.
Non è un altro tassello che va via. Con lei si chiude una dinastia e lo spazio della memoria diventa infinito.
... come mi ha parlato con nostalgia nella dolcezza della serenità Giulia di zio Mariano... Una telefonata che mi ha riportato eredità e nobiltà e forza. È stata la prima persona che ho cercato.
"... zia Maria non c'è più... "... E poi silenzio... E poi una tenera e serana telefonata ancora con il pianto strozzato in gola...
Ora il libro, il nostro libro, può portare la parola Finito di stampare...
Ho cercato gli appunti che mia madre aveva segnato su un foglietto. Ci sono nomi, legami di parentele, numeri telefonici antichi, annotazioni di ricordi, date... Mi seguiva e mi chiedeva come stesse procedendo questo mio lavoro... Ed era contenta che potessi scrivere la storia della nostra famiglia e la nobiltà dei cinque fratelli.
Lei era molto legata con i Gaudinieri...
Era nata a Terranova da Sibari e la sua famiglia frequentava già casa Gaudinieri grazie all'amicizia con zia Marietta, sorella di quella che poi diventerà nonna Giulia...
Mia madre, una Caracciolo con possedimenti terrieri, era molto bella e mio padre, al quale volevano dare in sposa..., decisamente si invaghi di Maria... Amore e attrazione...
"... zia Maria non c'è più... "... E poi silenzio... E poi una tenera e serana telefonata ancora con il pianto strozzato in gola...
Ora il libro, il nostro libro, può portare la parola Finito di stampare...
Ho cercato gli appunti che mia madre aveva segnato su un foglietto. Ci sono nomi, legami di parentele, numeri telefonici antichi, annotazioni di ricordi, date... Mi seguiva e mi chiedeva come stesse procedendo questo mio lavoro... Ed era contenta che potessi scrivere la storia della nostra famiglia e la nobiltà dei cinque fratelli.
Lei era molto legata con i Gaudinieri...
Era nata a Terranova da Sibari e la sua famiglia frequentava già casa Gaudinieri grazie all'amicizia con zia Marietta, sorella di quella che poi diventerà nonna Giulia...
Mia madre, una Caracciolo con possedimenti terrieri, era molto bella e mio padre, al quale volevano dare in sposa..., decisamente si invaghi di Maria... Amore e attrazione...
Si sono sposati, con nozze già fissate e programmate molto prima, l'anno in cui morì nonna Giulia. Infatti celebrarono le nozze in modo molto privato e riservato.
1949. Mia madre aveva 22 anni. Mio padre 29.
Il tempo è un arcipelago di numeri che segnano il cammino dei nostri passi. A volte indecifrabili.
Una dinastia diventata destino. Bruni Gaudinieri un legame di sangue e di nobiltà che ha intrecciato altre famiglie, altri paesi, altre città tra mare e terra, tra aristocrazie e nobiltà .
Si è chiuso il cerchio ed ora restiamo noi... figli nipoti cugini a trattenere i segni di un legame e di un racconto che non può essere dimenticato e dimenticato non andrà.
Mia madre sembrava che dormisse. Con il suo viso che aveva profumo di cipria e di crema, come sempre, e i suoi capelli con il giusto colore e l'impeccabile tocco della grande signora che è stata.
Si era preparata per il viaggio ultimo o, forse, per quella notte di quiete nella quale si conoscono gli appuntamenti e gli incontri.
Quante cose mi avrebbe dovuto ancora raccontare... Quante ne avrei dovuto trascrivere...
Le avevano messo sotto il capo un lenzuolino o una "traversina" bianca che portava due lettere appuntate: G. G. Ovvero Giulia Gaudinieri. Lo aveva lasciato scritto o ne aveva parlato con qualcuno che sotto il capo nel momento supremo, avrebbe voluto quel lenzuolino che nonna Giulia Gaudinieri aveva ricamato per i cinque fratelli.
Mia madre era stata accontentata. Il suo viso aveva profumo di cipria e sotto il capo un lenzuolino bianco della nonna Giulia. Serena in sorriso appena accennato. Ed era bella nella sua nobiltà. Portava il silenzio della nobiltà tra le linee delle mani.
1949. Mia madre aveva 22 anni. Mio padre 29.
Il tempo è un arcipelago di numeri che segnano il cammino dei nostri passi. A volte indecifrabili.
Una dinastia diventata destino. Bruni Gaudinieri un legame di sangue e di nobiltà che ha intrecciato altre famiglie, altri paesi, altre città tra mare e terra, tra aristocrazie e nobiltà .
Si è chiuso il cerchio ed ora restiamo noi... figli nipoti cugini a trattenere i segni di un legame e di un racconto che non può essere dimenticato e dimenticato non andrà.
Mia madre sembrava che dormisse. Con il suo viso che aveva profumo di cipria e di crema, come sempre, e i suoi capelli con il giusto colore e l'impeccabile tocco della grande signora che è stata.
Si era preparata per il viaggio ultimo o, forse, per quella notte di quiete nella quale si conoscono gli appuntamenti e gli incontri.
Quante cose mi avrebbe dovuto ancora raccontare... Quante ne avrei dovuto trascrivere...
Le avevano messo sotto il capo un lenzuolino o una "traversina" bianca che portava due lettere appuntate: G. G. Ovvero Giulia Gaudinieri. Lo aveva lasciato scritto o ne aveva parlato con qualcuno che sotto il capo nel momento supremo, avrebbe voluto quel lenzuolino che nonna Giulia Gaudinieri aveva ricamato per i cinque fratelli.
Mia madre era stata accontentata. Il suo viso aveva profumo di cipria e sotto il capo un lenzuolino bianco della nonna Giulia. Serena in sorriso appena accennato. Ed era bella nella sua nobiltà. Portava il silenzio della nobiltà tra le linee delle mani.